La villa rustica di Piano S. Maria a Manoppello (PE)

Nei pressi della splendida abbazia cistercense di S. Maria Arabona, in territorio di Manoppello (PE), le ricerche archeologiche dei primi anni 2000 hanno evidenziato la presenza di un’estesa area abitata dall’età arcaica alla prima età ellenistica. Gli antichi abitanti della zona erano i Marrucini, popolo italico che aveva come città principale Chieti (Teate) e che occupava la sponda meridionale del fiume Pescara e le pendici settentrionali del Massiccio della Maiella.

La prova della frequentazione del pianoro di Santa Maria è il rinvenimento di due necropoli di VI-IV secolo a.C., nelle località Vicennola e Casino Marinelli. Inoltre, scavi della metà degli anno ’80 hanno portato alla luce una tomba isolata con corredo maschile e una testa in calcare locale pertinente ad una statua di grandi dimensioni (la cosiddetta “Testa di Manoppello”, inquadrabile nello stesso gruppo di cui fanno parte il Guerriero di Capestrano, la Stele di Guardiagrele, le Gambe di Collelongo, il Torso di Pallano e altri monumenti arcaici.

Tra il III ed il II sec. a.C., il toponimo Ara Bona, sopravvissuto ai secoli, ci suggerisce l’esistenza di un culto tributato forse alla Bona Dea. È possibile pensare che in questo periodo l’assetto insediativo fosse articolato per vici, ossia per piccoli insediamenti.

Tra il II ed il I secolo a.C., tutto il territorio sembra invece alle dipendenze di una grande villa rustica, che sembra essere tra le più antiche del territorio.

La villa, di cui è possibile osservare i resti nel giardino di una casa privata (proprietà della sig. ra Rosanna Barbetta), è in realtà considerevolmente più grande rispetto alla parte già scavata, e gli abitanti del luogo sostengono che nei dintorni sono stati trovati svariati manufatti pertinenti a fasi molto antiche. Sembra articolata in più ambienti: una parte “residenziale”, in cui si riconoscono locali di abitazione e un impianto termale abbastanza grande; strutture (non ancora accessibili al pubblico) destinate a contenere gli attrezzi agricoli e i prodotti della terra; e infine alcuni ambienti “misti”, per lo più situati nella parte orientale del complesso, tra cui una piccola vasca rivestita sulle pareti in malta idraulica e con pavimento in spicatum.

Notevoli sono l’ingegnoso sistema di approvvigionamento idrico, necessario al funzionamento dell’impianto termale, e le decorazioni della parte residenziale, con marmi, stucchi e intonaci assai raffinati.

I prodotti principali su cui si reggeva l’economia agricola, di questo complesso come di tutto il territorio nella prima età romana, erano essenzialmente olio, vino e allevamenti di ovicaprini.

 

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BIBLIOGRAFIA

STAFFA A. R. (a cura di), Area archeologica in Contrada S. Maria Arabona di Manoppello. Guida, Comune di Manoppello, 2010.        

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